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I monologhi della vagina
10 Marzo || 17:00 - 19:00
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TeatrOphelia presenta il lavoro di Eve Ensler, nella traduzione di Margherita Bignardi , adattamento e regia di Francesco Esposito
Ciò che non diciamo diventa un segreto, e i segreti spesso creano vergogna, paura e miti. Raccontare, dando il nome giusto alle cose anche quando quel nome – vagina – è un tabù, è la strada giusta per denunciare stupri, abusi infantili, violenza, molestie psicologiche e sessuali, mutilazioni genitali.
«La prima volta che portai in scena I monologhi della vagina – racconta l’autrice Eve Ensler – ero certa che qualcuno mi avrebbe sparato perché stavo infrangendo un tabù molto profondo. Ma non mi hanno sparato, anzi. Alla fine di ogni spettacolo c’erano lunghe code di donne che volevano parlare con me: si mettevano in fila per dirmi come e quando fossero state stuprate o aggredite o picchiate o molestate. Ero sconvolta al vedere che, una volta rotto il tabù, si liberava un fiume in piena di memorie, rabbia e dolore.»
Dopo quella prima rappresentazione a Broadway nel 1996, lo spettacolo venne ripreso in tutto il mondo da altre donne che volevano infrangere il silenzio sui propri corpi e sulle proprie vite, e ancora oggi, a quasi 30 anni di distanza, i Monologhi continuano ad essere rappresentati e amati da migliaia di donne.
Lo spettacolo, interpretato dalla compagnia di sole donne TeatrOphelia, è costituito da una serie di monologhi collegati alla parola vagina attraverso vari temi: sesso, stupro, amore, mestruazioni, mutilazione, masturbazione, nascita, orgasmo e così via. Con humour trasgressivo, la vagina prende la parola per raccontare e raccontarsi attraverso la sua voce, che sa essere seria, divertita, fantasiosa o drammatica.
Un manifesto contro la violenza che non cessa di essere il punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana di tutte le donne del mondo.
Uno spettacolo esplicito e spiazzante, che non lascia nulla all’immaginazione.